VOLONTARIATO
UN DISTINTIVO
PUÒ CAMBIARE LA VITA
A COMINCIARE DALLA TUA

I VOLONTARI DI AIL ROMA


I volontari della Sezione AIL ROMA “Vanessa Verdecchia” fanno parte del grande e instancabile “esercito” di volontari dell’AIL Nazionale, oltre 18.000 persone che donano il loro tempo e le loro energie nei reparti e nei centri di Ematologia degli ospedali e nelle piazze delle città di tutta Italia. Il loro ruolo è fondamentale e indispensabile, tanto in ospedale al fianco dei malati e delle loro famiglie, quanto nelle piazze per la raccolta fondi durante le diverse manifestazioni. Molti di loro sono diventati volontari per aver combattuto sulla propria pelle la battaglia contro una delle tante malattie del sangue, altri per aver vissuto il doloroso percorso della malattia attraverso un familiare, altri ancora grazie a un virtuoso passaparola fatto di sensibilità e di amore.


I VOLONTARI DI AIL ROMA


I volontari della Sezione AIL ROMA “Vanessa Verdecchia” fanno parte del grande e instancabile “esercito” di volontari dell’AIL nazionale, oltre 18.000 persone che donano il loro tempo e le loro energie nei reparti e nei centri di Ematologia degli ospedali e nelle piazze delle città di tutta Italia. Il loro ruolo è fondamentale e indispensabile, tanto in ospedale al fianco dei malati e delle loro famiglie, quanto nelle piazze per la raccolta fondi durante le diverse manifestazioni. Molti di loro sono diventati volontari per aver combattuto sulla propria pelle la battaglia contro una delle tante malattie del sangue, altri per aver vissuto il doloroso percorso della malattia attraverso un familiare, altri ancora grazie a un virtuoso passaparola fatto di sensibilità e di amore.


IN OSPEDALE


Il ruolo dei volontari, che operano presso il Centro di Ematologia del Policlinico Umberto I, è di gran lunga superiore rispetto a quello che viene comunemente inteso come “attività di volontariato”.

Oltre 100 volontari di AIL ROMA accolgono i malati e i loro accompagnatori nella struttura ospedaliera, si adoperano per evitargli ogni possibile difficoltà nelle pratiche burocratiche, prestano loro ogni genere di aiuto, forniscono informazioni, e sono attivi anche nei reparti, secondo le richieste e le indicazioni dei sanitari.

Un’attività questa che si rivela sempre più importante. Per un malato affetto da gravi malattie – quali la leucemia, i linfomi e il mieloma – il primo ingresso al Centro di Ematologia può avere un impatto così drammatico da influenzare negativamente la prognosi della malattia. L’accoglienza sorridente e tranquillizzante da parte di un volontario, o meglio di una volontaria (l’80% dei volontari di AIL ROMA sono donne), che lo guida verso il medico o l’infermiere al quale sono destinati, è in grado di infondere serenità in una circostanza tanto difficile.

I volontari di AIL ROMA coadiuvano il personale ospedaliero anche nell’assistenza al paziente quando è in day hospital, in sala terapia, o al centro trasfusionale, al fianco di altri straordinari e indispensabili volontari, quali sono i donatori di sangue. Il compito dei volontari è particolarmente impegnativo quando si svolge nel reparto pediatrico, a stretto contatto con la sofferenza dei bambini e dei loro genitori, nelle diverse fasi del percorso di cura e durante i lunghi e faticosi trattamenti. In questi casi il volontario diventa una figura davvero insostituibile, in grado di darsi agli altri, anche in momenti psicologicamente molto duri.

IN OSPEDALE


Il ruolo dei volontari, che operano presso il Centro di Ematologia del Policlinico Umberto I, è di gran lunga superiore rispetto a quello che viene comunemente inteso come “attività di volontariato”.

Oltre 100 volontari di AIL ROMA accolgono i malati e i loro accompagnatori nella struttura ospedaliera, si adoperano per evitargli ogni possibile difficoltà nelle pratiche burocratiche, prestano loro ogni genere di aiuto, forniscono informazioni, e sono attivi anche nei reparti, secondo le richieste e le indicazioni dei sanitari.

Un’attività questa che si rivela sempre più importante. Per un malato affetto da gravi malattie – quali la leucemia, i linfomi e il mieloma – il primo ingresso al Centro di Ematologia può avere un impatto così drammatico da influenzare negativamente la prognosi della malattia. L’accoglienza sorridente e tranquillizzante da parte di un volontario, o meglio di una volontaria (l’80% dei volontari di AIL ROMA sono donne), che lo guida verso il medico o l’infermiere al quale sono destinati, è in grado di infondere serenità in una circostanza tanto difficile.

I volontari di AIL ROMA coadiuvano il personale ospedaliero anche nell’assistenza al paziente quando è in day hospital, in sala terapia, o al centro trasfusionale, al fianco di altri straordinari e indispensabili volontari, quali sono i donatori di sangue. Il compito dei volontari è particolarmente impegnativo quando si svolge nel reparto pediatrico, a stretto contatto con la sofferenza dei bambini e dei loro genitori, nelle diverse fasi del percorso di cura e durante i lunghi e faticosi trattamenti. In questi casi il volontario diventa una figura davvero insostituibile, in grado di darsi agli altri, anche in momenti psicologicamente molto duri.

IN PIAZZA


Fra le attività in cui i volontari si prodigano, ci sono le raccolte di fondi. Durante le principali manifestazioni, “Stelle di Natale” e “Uova di Pasqua”, sono impegnati oltre 800 volontari di AIL ROMA in diversi luoghi, su circa 400 postazioni, tra piazze, centri commerciali di Roma e paesi limitrofi, scuole, parrocchie, istituti, alberghi, etc.

Anche grazie ai proventi che derivano dal loro impegno, dalla loro volontà e dalla loro tenacia, è possibile finanziare l’assistenza domiciliare per tutti i pazienti ematologici curati a Roma nei diversi ospedali, potenziare la ricerca contro le malattie del sangue e rendere sempre più accogliente la Casa AIL “Residenza Vanessa”.


IN PIAZZA


Fra le attività in cui i volontari si prodigano, ci sono le raccolte di fondi. Durante le principali manifestazioni, “Stelle di Natale” e “Uova di Pasqua”, sono impegnati oltre 800 volontari di AIL ROMA in diversi luoghi, su circa 400 postazioni, tra piazze, centri commerciali di Roma e paesi limitrofi, scuole, parrocchie, istituti, alberghi, etc.

Anche grazie ai proventi che derivano dal loro impegno, dalla loro volontà e dalla loro tenacia, è possibile finanziare l’assistenza domiciliare per tutti i pazienti ematologici curati a Roma nei diversi ospedali, potenziare la ricerca contro le malattie del sangue e rendere sempre più accogliente la Casa AIL “Residenza Vanessa”.


TESTIMONIANZE


Pubblichiamo qui le storie dei nostri volontari. Se desideri anche tu raccontare la tua esperienza, scrivici a romail@romail.it


SERENA

Serena ha 33 anni.  Ha avuto la leucemia e oggi è una volontaria AIL ROMA. “Si, sono stata male, ho avuto una leucemia mieloide acuta, mi sono ammalata a maggio del 2005 e ho passato due anni terribili di cure e trattamenti. Già dal gennaio 2007 sto bene e adesso mi sottopongo a controlli periodici ogni 4 mesi”. Si è sposata e ora conduce una vita normale, una vita che dovrebbe essere riconsegnata di diritto a tutti i malati, anche a quelli più gravi, ma purtroppo non è così. A Serena non basta aver sconfitto la leucemia, oggi vuole di più. È per questo che ha deciso di diventare una volontaria.
Ricorda quando c’era lei, dall’altra parte, a ricevere quell’amore speciale, quei sorrisi, quelle rassicurazioni, ma soprattutto ricorda i due ragazzi con cui condivideva la stanza dell’ospedale e che ora non ci sono più: “Anche per loro io voglio dare il mio aiuto, perché certe cose non si possono dimenticare, ti entrano dentro e non vanno più via”. È  riuscita a riaprire la vendita di Stelle e Uova a Subiaco, una piazza che per qualche anno è stata nella lista delle assenti e che dal 2006, grazie a lei e all’aiuto della sua famiglia, è tornata attiva, per accogliere a braccia aperte chi vuole sostenere l’Associazione.

RITA
Rita, di Pomezia, si è avvicinata al volontariato a causa della malattia di suo marito. “lo aiuto a vendere in piazza le Stelle e le Uova – ci racconta – purtroppo in ospedale non vado, non mi sento all’altezza, perché lì ci sono persone veramente straordinarie. Ho visto nel tempo come siano cambiate le cose, come sia cresciuta l’AIL e tutto ciò che gli gira intorno, grazie a noi volontari, ma soprattutto grazie alla ricerca scientifica che fa passi da gigante”.

ANNA MARIA
Anna Maria è una mamma che non ha mai smesso di lottare anche nei momenti più difficili. Ed è soprattutto una mamma che ha vinto la sua battaglia. Oggi è una volontaria che presta il suo servizio a Roma. “Il volontariato – racconta – aiuta soprattutto chi lo fa. Dalle brutte sorprese della vita nasce un’energia nuova, un’energia che non pensi di avere. ll dolore insegna a non mollare, ti fa dare sempre qualcosa in più rispetto a quello che pensi sia il tuo limite. Oggi è la prima volta che assisto a un incontro così grande e devo dire che è emozionante. Nelle parole del Professor Mandelli ho rivisto quella sofferenza di medico che aveva anche il Professor Pisani, che aveva in cura mia figlia, poi finalmente guarita. Sono felice di vedere tutto questo. Felice di essere una volontaria”.

ANDREA E FEDERICO
Andrea e Federico fanno parte del Giovane Volo di Speranza, un gruppo di giovani amici che organizzano eventi a Roma e che collaborano con AIL ROMA: “lo mi sono avvicinato per caso al volontariato – spiega Andrea – quando una volta andai al pediatrico e mi proposero di diventare a tutti gli effetti un volontario. Iniziai nelle piazze, poi facemmo questo gruppo e adesso eccomi qua, a rappresentare i giovani volontari di Roma. “Non è così normale – dice Federico – vedere tanti giovani che si fanno letteralmente in quattro per pazienti con malattie così importanti, di solito i volontari sono persone più grandi, che hanno più tempo per donare la loro opera, ma grazie al Giovane Volo di Speranza questa ‘anormalità’ sta scomparendo e sono sempre di più o ragazzi che vogliono unirsi alla nostra causa. Organizziamo cene benefiche, tornei di sport, spettacoli teatrali e tutto sta avendo grande successo”.

ANNA
Anna è una giornalista di 54 anni. “Io ho perso mio fratello – dice 10 anni fa, e da allora, ogni anno, sono a Piazza S. Lorenzo in Lucina per la vendita delle Stelle e delle Uova, oltre a fare una marea di pubblicità presso i miei colleghi di lavoro”. Le abbiamo chiesto cosa pensasse della crisi, se questa potesse a suo avviso intaccare il ricavato globale delle manifestazioni più importanti. Lei sostiene di no: “Al giorno d’oggi è vero che ci sono molte spese da affrontare e non sempre si riesce ad arrivare a fine mese, ma credo che le persone sappiano che questa che per loro è una piccola spesa, per l’AIL può rappresentare un importante introito. Aveva ragione il professor Mandelli quando diceva che sono le persone più semplici a realizzare i sogni più complicati”.


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