TESTIMONIANZE
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LA STORIA DI MATTEO – MAI PIU’ SOGNI SPEZZATI
22 dicembre 2019: è il giorno in cui celebro 2 anni dalla mia nuova nascita.
Contemporaneamente mio padre festeggia la sua centesima donazione di sangue. Sì, quello stesso atto di bontà iniziato molti anni fa dopo che un suo amico delle elementari, Peter, era venuto a mancare per una leucemia.
Sono ormai passati più di 50 anni e per fortuna la medicina ha fatto passi da gigante, permettendo a noi fortunati di poter continuare a gioire delle bellezze della vita. Ciò è stato possibile anche grazie all’aiuto di tante persone che ad esempio si prodigano per vendere le stelle di Natale e io sono riuscito a dare il mio contributo solo quest’anno, ricambiando quanto altri abbiano fatto prima di me.
Oggi vorrei dare un altro contributo e spero nel mio piccolo di infondere la stessa speranza che mi aveva trasmesso un libro che si intitola “Forza e Coraggio”, scritto dal pallavolista Giacomo Sintini che 2 anni dopo aver scoperto di avere un linfoma non Hodgkin è diventato nuovamente campione di Italia.
Ho avuto la sua stessa malattia: linfoma non Hodgkin e seguito le stesse cure con i medesimi momenti negativi, ma la mia storia è quella di un semplice ragazzo che è passato dall’essere un donatore ad avere bisogno di quelle stesse sacche.
Terminata la laurea triennale mi trasferisco all’estero per concludere i miei studi e cercare un lavoro nel mio settore. Per ottenere ciò ho dovuto fare tanti sacrifici e osare molto per più di un anno e mezzo. La vita è buffa perché quell’obiettivo lo raggiungo solo tramite una chiamata che ricevo a poche ore di distanza dalla notizia in cui mi si diagnosticava un cancro.
Un avvenimento che per non so quale distorsione cognitiva umana tendiamo sempre a pensare possa accadere solo ad altri. Ero sempre stato un tipo che cercava di avere sotto controllo tutti gli ambiti della propria vita programmandoli minuziosamente, ma da quel giorno non vi è stato proprio nulla di certo e avrei dovuto bruscamente chiudere in un cassetto tutti quei sogni per cui stavo giornalmente lottando, vedendo così quegli sforzi vanificarsi nel giro di una manciata di minuti.
Da quel giorno ho iniziato a danzare nel caos, perdendo l’entusiasmo nel programmare la mia vita anche a distanza di settimane perché ogni volta mi ritrovavo incapace di rispettare gli impegni prefissati a causa di eventi al di fuori della mia sfera decisionale.
Ciò nonostante non volevo permettere a nessuna situazione o circostanza di definire la mia vita e, nonostante le varie sofferenze, mi sentivo riconoscente nei confronti del mondo per continuare a darmi una speranza. Mi sono ripromesso che sarei stato grato per qualsiasi situazione avessi dovuto affrontare in futuro. Paradossalmente anche i problemi sono diventati motivo di ringraziamento, perché essendo vivo avrei avuto l’opportunità di poterli risolvere.
Ero quindi desideroso di ricambiare, ma non sapevo da dove incominciare. Un inizio simbolico è stata una passeggiata che ho fatto per il centro di Roma, tra una chemioterapia e l’altra, con un cartello su cui scritto “How may I help you? Free help”. Ero spinto da un pensiero fisso che mi ha trasmesso la mia ragazza: “Vorrei rendere la tua vita migliore di quella che sarebbe stata se non ci fossimo incontrati”.
Quel giorno ho realizzato che avrei voluto ricominciare con l’università in maniera tale da essere di esempio per gli altri, per chiunque stesse affrontando delle difficoltà, così da dimostrare che si può fare molto nonostante tutto. Inizio la magistrale dividendomi tra lezioni accademiche e ospedale.
Che fossi su delle scale ad aspettare per gli innumerevoli controlli, che fossi su un lettino a fare i trattamenti, o in qualsiasi altro contesto: ogni momento era un pretesto per poter studiare.
Tra autotrapianto di midollo osseo e radioterapia ho dovuto però iniziare a sostenere gli esami quasi con un semestre di ritardo e, per altre svariate ragioni, mi sono ritrovato a dare gli esami universitari sempre concentrati in poche settimane invece che mesi. Dentro di me ardevo dal desiderio di recuperare il tempo perso e facevo fatica ad accettare i limiti che il corpo mi poneva, ma è solo quando ho iniziato ad accettarli e assecondarli che la situazione è iniziata a cambiare…
C’è un bellissimo passo scritto da Paulo Coehlo che vorrei condividere prima di continuare la mia storia:
“A volte il guerriero della luce si comporta come l’acqua e fluisce tra gli ostacoli che incontra. In certi momenti, resistere significa essere distrutto. Allora egli si adatta alle circostanze. Accetta, senza lagnarsi, che le pietre del cammino traccino la sua rotta attraverso le montagne. In questo consiste la forza dell’acqua: non potrà mai essere spezzata da un martello, o ferita da un coltello. La più potente spada del mondo non potrà mai lasciare alcuna cicatrice sulla sua superficie. L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare. Fragile alla sorgente, a poco a poco acquista la forza dagli altri fiumi che incontra. E, a partire da un certo momento, il suo potere è totale.”
Qualche mese fa quel ragazzo noto a Statistica come “quello pelato”, si è laureato con la lode. Nonostante il ritardo iniziale rispetto a tutti i miei compagni di corso, a giugno 2019 sono il primo a finire gli esami della magistrale, insieme ad altri 2 ragazzi.
Non era ovviamente una gara, ma avevo i miei motivi per cui puntavo a chiudere in quel periodo a prescindere dagli altri. Prima di concludere gli studi, condivido davvero tutto il materiale che ho creato in questi 2 anni ai ragazzi degli anni successivi per poter superare gli esami brillantemente e senza gli sforzi che posso avere fatto io.
Le voci di apprezzamento si sono unite a quelle di chi, stupito, si chiedeva cosa mi spingesse ad aiutare senza chiedere nulla in cambio. Dentro di me sorridevo spinto dalla consapevolezza che apprendere tante cose è bellissimo, ma condividerle vuol dire dare un senso alla propria esistenza, lasciando un’impronta significativa su questa grande spiaggia chiamata Terra.
Sai qual è stato un mio sogno ricorrente in questi anni? Arrivare alla proclamazione e con voce tremante dall’emozione poter affermare: “Ce l’ho fatta nonostante tutto”. Che questi 2 anni di storia possano esserti di aiuto.
Se si cercano su internet informazioni sul cancro si leggono solo storie ed esperienze tristi, mentre il mondo è pieno di persone che nel loro piccolo hanno fatto cose straordinarie durante e subito dopo la malattia. Quindi volevo dare il mio contributo per diffondere il messaggio giusto.
Mi sono sempre forzato di tenere in mano quel sottile filo che mi continuava a legare ai miei sogni e negli ultimi 2 anni quel filo si era allungato perché io stavo momentaneamente rallentando, ma ciò che contava era non farlo spezzare e alla fine ne è valsa la pena perché, appena uscito dall’aula universitaria in cui era avvenuta la proclamazione, ho ricevuto una chiamata dall’azienda per cui speravo di andare a lavorare che mi comunicava l’assunzione. Per chiudere come fatto per i ringraziamenti nella mia tesi: “Mai più sogni spezzati”!
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