La diagnosi di un tumore del sangue stravolge la quotidianità dei pazienti e dei loro cari, ci si ritrova a dover affrontare un lungo, complesso percorso terapeutico, spesso anche lontano da casa. Tutto ciò che fino a poco prima era normale, ripetitivo e dato per scontato viene a mancare e non si vede l’ora di riaverlo.
Partecipare alla riunione di condominio, fare i compiti di matematica con i figli alla sera, cercare parcheggio. La malattia spesso ti fa sentire la mancanza dei piccoli gesti, di una quotidiana normalità e le abitudini di ogni giorno che troppo spesso vengono date per assodate, rappresentano il sogno di un ritorno alla vita di ogni giorno.
Lo spot narra il percorso sofferto affrontato dai pazienti e dai loro familiari e rappresenta l’impegno concreto dell’Associazione che contribuisce a ridare loro la vita di tutti i giorni.
Mai come in questi suoi primi 40 anni l’impegno di AIL ROMA si sente così ben descritto.
Una quotidiana rinnovata promessa di non far sentire solo il paziente creando più servizi possibili.
Lo spot narra il percorso sofferto affrontato dai pazienti e dai loro familiari e rappresenta l’impegno concreto dell’Associazione che contribuisce a ridare loro la vita di tutti i giorni.
Mai come in questi suoi primi 40 anni l’impegno di AIL ROMA si sente così ben descritto.
Una quotidiana rinnovata promessa di non far sentire solo il paziente creando più servizi possibili.
La campagna “Non vedo l’ora” è stata girata con il regista Tobia Passigato in un’ala dismessa dell’ospedale Niguarda di Milano. In una stanza vuota, lo scenografo insieme alla casa di produzione The BigMama, è stata progettata e realizzata una camera sterile con un vetro per dividere i due protagonisti. Parte delle scene sono state girate senza vetro per non rendere troppo evidente il riflesso e permettere così di mantenere il colpo di scena finale. La riuscita emotiva dello spot è stata ottenuta anche grazie all’interpretazione degli attori, Laura Serena e Andrea Carabelli.
“Di solito cerchiamo, attraverso il nostro lavoro, di trovare sempre una verità in cui tutti possiamo riconoscerci, qualcosa di forte da dire, un messaggio che non lasci indifferente. In questo caso, lo spunto nasce da una visita che abbiamo fatto all’Istituto dei Tumori di Milano. Ci hanno fatto vedere che i pazienti vivono in stanze sterili con un vetro che li separa dai parenti in visita anche, a volte, per mesi. In quel momento abbiamo pensato: qualsiasi cosa è meglio che stare qui. Al loro fianco c’è qualcuno che si impegna per farli tornare alla loro vita di tutti i giorni. Ci auguriamo di raggiungere più persone possibili e sostenere AIL nella lotta contro i tumori del sangue.” dichiarano Gibbo&Lori.